da artribune.com
Ci voleva l’inflessibile giudizio dei funzionari dell’Unione Europea per scoprire qual è il vero problema del patrimonio artistico e archeologico italiano, e della sua gestione sempre asfissiata dalla carenza di risorse umane e finanziarie. Il vero problema sono gli italiani: o almeno quegli italiani che si ritrovano in posizioni di potere senza conoscere la responsabilità di esercitarlo, e di quelli che applicano la tipica ignavia nazionale nel maneggiare pratiche che richiederebbero prontezza, puntualità e precisione. Perchè, ora, a rimarcarli arriva l’UE? Perchè – come svela un’indagine di The Art Newspaper per ora non smentita – l’Unione Europea ha appena ritirato 51 milioni di euro di finanziamenti culturali e al turismo all’Italia, a causa della cattiva gestione delle pratiche di richiesta e delle documentazioni di accompagnamento.
PROPOSTE SCRITTE MALE, INDIRIZZI EMAIL ERRATI
E i problemi si concentrano nelle regioni meridionali, della Campania, Calabria e Sicilia, mentre, sempre stando ai documenti comunitari, le altre regioni italiane, dalla Lombardia alla Toscana fino alla Puglia, sono in linea con il resto dell’Unione europea. In particolare il rapporto svela la totale inadeguatezza delle richieste di finanziamento degli uffici culturali siciliani tra il 2007 e il 2013, con proposte scritte male, gravi sviste, documenti presentati in ritardo e inviati a indirizzi email errati. Qualche caso esemplare? L’UE ha respinto una richiesta di 2,4 milioni di euro del Museo Archeologico di Aidone, in Sicilia, a causa di documenti incompleti e della mancanza di un “quadro economico”; stessa sorte per una richiesta di 2 milioni per il restauro delle rovine greche di Eraclea Minoa, nell’agrigentino, perché è stata “inviata all’indirizzo e-mail sbagliato e per notevoli carenze formali”. Gravi errori burocratici anche alla base del rigetto della richiesta di 10 milioni di euro per il restauro di un castello svevo di Augusta.
A NAPOLI 100 MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTI UE NON SPESI
Tutti dati che compongono una realtà miserabile, ancor più grave se si considera che la perdita per futili motivi di finanziamenti comunitari aggrava una situazione che sul piano nazionale non è certo rosea per il patrimonio. Il quadro è desolante: il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, e anche il suo predecessore Raffaele Lombardo, oltre a diversi funzionari, sono stati o sono tuttora sotto inchiesta per aver trascurato il patrimonio artistico. A Napoli 100 milioni di euro di finanziamenti UE assegnati al centro storico patrimonio Unesco non sono ancora stati spesi: dei 28 progetti previsti, solo otto sono stati completati entro la scadenza del 2015.